Il messaggio del Segretario Generale per il 1° maggio

La Festa del Lavoro è l’autentica icona delle classi lavoratrici, nata per ricordare le battaglie portate avanti nella seconda metà dell’800 su scala internazionale per ottenere il riconoscimento di diritti che allora non esistevano, e che nel corso delle epoche è andata costantemente a rinnovarsi, riempiendosi di nuovi significati, di nuovi valori e di nuove sfide.

Quale è, oggi, il senso più profondo di questa celebrazione? Per quanto possa sembrare paradossale, oggi sono ancora attuali le parole scritte su un volantino diffuso a Napoli nel 1890, che recitava:  “Lavoratori  ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora.”

A quasi 130 anni di distanza, i problemi sono gli stessi. Il 1° maggio, dunque, non può essere una semplice rievocazione, ma un momento di rivendicazione forte affinchè il popolo possa riappropriarsi di quei diritti che sembravano ormai acquisiti e inattaccabili, ma che invece gli ultimi governi hanno messo seriamente a repentaglio.

Non solo, mentre certi attacchi sono diventati palesi sino alla sfacciataggine, le esodazioni e i licenziamenti sono sempre più massicci. Così, quello che sta vivendo il mondo del lavoro in Italia è un momento drammaticamente difficile, dove la migliore delle prospettive è quella di conservare il posto, con le unghie e con i denti, dove la disoccupazione continua a galoppare, dove i giovani vedono ridurre ai minimi termini la possibilità di un’occupazione quantomeno dignitosa.

Come Organizzazioni Sindacali, avevamo pensato ad una manifestazione “nostra” da indire per il 1° maggio. Poi, abbiamo ritenuto più opportuno pensare ad un programma di convegni e manifestazioni da spalmare nel corso del tempo, perché in tal modo saremo più vicini ai lavoratori e li renderemo altresì più partecipi al nostro progetto.

Il nostro obiettivo rimane quello di sviluppare una piattaforma concreta, per dare ai lavoratori e alle lavoratrici dei comparti da noi tutelati le risposte che attendono e per recuperare quanto hanno perso in questi anni, con il perdurare della mancanza del Contratto Nazionale.

Per quanto riguarda il settore Igiene Ambientale, superata in maniera soddisfacente la fase del rinnovo contrattuale, dovremo rafforzare alcuni aspetti cardine per quanto riguarda la sicurezza e i carichi di lavoro, la garanzia del mantenimento delle aziende e l’ottenimento di maggiori certezze sia per i lavoratori stessi, sia per il miglioramento della qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.

Pertanto, l’augurio che rivolgo a tutti loro è di mantenere sempre la stessa tenacia e lo stesso coraggio  nel difendere i propri diritti e la stessa fiducia nei nostri confronti come organo di rappresentanza, che per quanto alcuni, a livello istituzionale, cercano di svilire, sarà sempre una voce libera, forte, mai disposta ad abbassare la guardia.

Buon Primo Maggio a tutti!

 

Francesco Garofalo




Si infittisce il mistero sugli aumenti di stipendio per il pubblico impiego

L’aumento di 85 euro per i dipendenti pubblici sembra ancora lontano dall’essere applicato. Renzi, in prossimità del voto referendario, ne fece un’arma di seduzione nei confronti dei sindacati confederali, i quali abboccarono senza alcuna remora. Ma quello che doveva essere un rinnovo contrattuale da firmare e da applicare nell’immediato, è diventato, dopo la caduta del Governo, un’araba fenice, che ogni tanto riappare e poi scompare repentinamente.

L’ultimo (ma non certo definitivo) atto della vicenda si è avuto in questi giorni in Consiglio dei Ministri, durante l’esame del DEF. Stando a quanto denunciato – udite, udite! – dalla CGIL, cioè dallo stesso sindacato che a suo tempo sbandierò l’accordo del 30 novembre come un grande “successo”, il documento di programmazione ne parla ancora in maniera vaga, confusa, come di un qualcosa che richiede ancora una “specifica valutazione”.

Entrati nell’ottavo anno di attesa per il rinnovo del contratto, siamo sempre al punto di partenza. Anzi, è già stato fatto un passo indietro, perché i 2,8 miliardi annunciati da Palazzo Chigi per i contratti non bastano assolutamente a garantire nemmeno per la metà il noto aumento di 85 euro: secondo i calcoli governativi, si arriverebbe al massimo a 35,9 euro! E, nonostante le pronte smentite del ministro Padoan, il quale ha riaffermato che il Governo si assumerà i propri impegni, il come e il quando sono ancora scritti nel cielo.

Alla luce di tutto ciò, si conferma quella che era stata la nostra immediata impressione dopo  la sottoscrizione de suddetto accordo governo-sindacati, e cioè che oltre a ritenerlo iniquo in quanto sperequativo nei confronti dei dipendenti degli enti locali e non specificamente mirato alle fasce di reddito più basse (infatti, si parlava di un aumento “medio” dei salari, per il triennio), esprimevamo seri dubbi sulla sua applicabilità, in mancanza delle necessarie coperture finanziarie che, alla meglio, avrebbero potuto essere previste nel prossimo mese di dicembre.

Inutile dire che ci troviamo di fronte all’ennesima presa in giro, che poi altro non è che un modo ipocrita di far slittare a tempo indeterminato la soluzione del problema, che significherebbe avviare una trattativa concreta, seria e credibile, orientata verso un rinnovo contrattuale che possa dare benefici reali ed incondizionati ai lavoratori e alle lavoratrici, nonché alle loro famiglie. Ed è su questo obiettivo che continueremo a combattere, senza accettare alcuna soluzione di compromesso!

 

Il Segretario Generale CSA

Francesco Garofalo




Polizia Locale: verso lo stato di agitazione nazionale

La costante e concreta azione sindacale portata avanti quotidianamente dal CSA, iniziata con lo sciopero nazionale del 2015  e proseguita con il massiccio sciopero del 2016, ha  prodotto i primi frutti.

Il risultato si concretizza con l’approvazione definitiva da parte del Senato della Repubblica della legge sulla “sicurezza delle città”. La legge ripristina , finalmente, la normativa “pre-salva Italia” con il riconoscimento della “causa di servizio” e spese mediche.

È solo un primo passo, il risultato definitivo si avrà quando saranno accolte le altre richieste della categoria , fino ad allora,adiamo avanti a piccoli passi, ma con la tenacia  la costanza e la concretezza che da sempre ci contraddistingue.

La norma ha confermato un’altra delle nostre richieste, cioè il ripristino della possibilità a tutti i comuni in linea con le norme di finanza pubblica di utilizzare per il 2017 l’80% delle risorse del personale andato in pensione e dal 2018 il 100% ai fini assunzionali.

Il CSA, con il dipartimento Polizia Locale, impegnato in prima linea per il riconoscimento dei diritti della categoria continuerà a tenere alta la pressione sulle istituzioni.

Infatti, riteniamo ancora insoddisfatte le richieste e le prerogative che in tutti questi anni ha chiestola Categoria, specialmente nei punti nodali:

  • mancanza della Polizia Provinciale all’interno del decreto;
  • pensione privilegiata;
  • non da ultimo – ma anzi ritenendola fondamentale – l’equiparazione della Polizia Locale alle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile.

Per tale motivo, i sottoscritti, nella giornata di domani concorderanno le future iniziative affinché il tutto venga ricondotto nella giusta direzione, preannunciando già da ora lo stato di agitazione della categoria.

Sempre nella giornata di domani, vi informeremo sulle future mobilitazioni.

In allegato, lo stralcio della norma approvata dal Senato che riguarda la nostra vertenza.

 

 

F.to   Il Responsabile Nazionale                                                 F.to    Il Segretario Generale

Dipartimento Polizia Locale CSA                                                           Francesco Garofalo

Luigi Marucci

 

 

 

DOCUMENTO ALLEGATO

A.S. 2754: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”

Articolo 7 (…) – Il comma 2-bis, aggiunto dalla Camera dei deputati, dispone che negli anni 2017 e 2018 i comuni che, nell’anno precedente, hanno rispettato gli obiettivi del pareggio di bilancio di cui all’articolo 9 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, possono assumere a tempo indeterminato personale di polizia locale nel limite di spesa individuato applicando le percentuali stabilite dall’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 ( per il 2017: 80 per cento della spesa del personale cessato nell’anno precedente; 100 per cento dal 2018), alla spesa relativa al personale della medesima tipologia cessato nell’anno precedente, fermo restando il rispetto degli obblighi di contenimento della spesa di personale di cui all’articolo 1, commi 557 e 5 562, della legge 27 dicembre 2006, n. 2961 . Le cessazioni di cui al periodo precedente non rilevano ai fini del calcolo delle facoltà assunzionali del restante personale secondo la percentuale di cui all’articolo 1, comma 228, della legge 28 dicembre 2015, n. 2082 . I commi da 2-ter a 2-sexies, inseriti dalla Camera dei deputati, dispongono in merito all’equo indennizzo e al rimborso delle spese di degenza per causa di servizio nei confronti del personale della polizia locale. Agli oneri valutati in 2,5 mln di euro annui a decorrere dal 2017 si provvede a valere sul Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004. Si stabilisce che con decreto ministeriale vengano stabiliti i criteri e le modalità di rimborso delle spese sostenute dai comuni per la corresponsione dei benefici in esame. Inoltre, si dispone che le commissioni deputate agli accertamenti delle condizioni per l’equo indennizzo e il rimborso delle spese operino nell’ambito delle risorse umane finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Infine, viene inserita una apposita clausola di salvaguardia (riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero dell’interno) nel caso in cui si verifichi uno scostamento dell’andamento degli oneri in esame rispetto alle previsioni di spesa.




Ecco il nuovo che avanza: Grillo vuole abolire i sindacati!

Follia allo stato puro. In altro modo non si può descrivere la presa di posizione del leader di M5S contro i sindacati. Sulla stessa linea  dei governi  precedenti, a cominciare da quello di Berlusconi che, nel 2009, attraverso la legge Brunetta, diede una forte stretta all’attività sindacale, riducendo anche gli ambiti della contrattazione collettiva,  per proseguire con Matteo Renzi, che sin da quando era sindaco di Firenze avrebbe voluto inserire i sindacati nel suo tanto declamato processo di rottamazione, per poi colpirli costantemente, da premier, con frasi fra il dileggio e il disprezzo.

Evidentemente, né Berlusconi, né Grillo né Renzi conoscono la storia del sindacalismo in Italia, né tantomeno riescono a percepire l’assoluta centralità che il sindacato ha nella Costituzione Italiana, per la salvaguardia del lavoro, dei lavoratori e dello Stato Democratico.

Il fatto oltremodo grave è che mentre Berlusconi sta tentando faticosamente di ricompattare il centrodestra, e Renzi è impegnato perlopiù in battaglie di retroguardia, Beppe Grillo è il numero uno del partito candidato ad assumere la guida del paese. E sentir dire da un possibile, futuro premier certe cose, non solo fa male ma desta anche una forte preoccupazione.

Certo, se Grillo se la fosse presa solo con “certi” sindacati, con quel sistema di intrecci e connivenze che anche noi di Fiadel e CSA combattiamo da anni, allora saremmo stanti anche disposti ad applaudirlo.

Ma la sua altro non è che l’ennesima uscita distruttiva, che colpisce il sindacato come istituzione. E questo non possiamo accettarlo!

Queste le sue parole, riportate sul suo Blog e poi riprese da La Repubblica, nell’articolo pubblicato l’11 aprile nell’articolo avente per titolo “Il programma grillino: via i sindacati”: “Difendere il lavoratore significa anche promuovere forme nuove di democrazia e partecipazione sui luoghi di produzione, tagliando al tempo stesso i vecchi privilegi e le incrostazioni di potere del sindacato tradizionale. La presenza e l’incidenza del lavoratore nella governance della propria impresa, per il Movimento 5 stelle, va disintermediata.”

La storia ci insegna che quando il sindacato è venuto meno il suo posto è stato preso dal corporativismo, dove lavoratori e datori di lavoro dovevano essere teoricamente un tutt’uno a servizio dello Stato. Inutile dire, poi, che all’atto pratico i padroni hanno rafforzato le loro prerogative, riducendo la mano d’opera allo stato servile.

Beppe Grillo ha gettato la maschera: ecco cosa si nasconde dietro l’assenza di un programma politico! Il suo è un parlare per luoghi comuni, per frasi ad effetto, all’insegna di un donchisciottismo fine a se stesso, che vuole solo indignare senza nemmeno rendersi conto che, così parlando, finisce per distruggere ulteriormente il già vilipeso e maltrattato mondo del lavoro!

Fiadel e CSA, nel rivendicare il ruolo e il significato autentico del sindacato, porteranno avanti tutte le iniziative necessarie per difendere i lavoratori e le lavoratrici dai soprusi che questa politica sta attuando nei loro confronti.

Oggi, abbiamo ancora più forte la convinzione che in questo paese nessuno ci è amico; anzi, nel proporci come alternativa abbiamo subito attacchi violenti e vergognosi, soprattutto da parte di quei sindacati che, col loro silenzio assordante, hanno favorito la decadenza del sindacalismo.

Per questo, ci sentiamo ancora più motivati nel dare concretezza alla decisione presa dal Consiglio Nazionale di dar vita a un movimento politico che sia al nostro esclusivo servizio e che si faccia carico delle istanze che, da sempre, ci caratterizzano come Organizzazioni Sindacali Autonome.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Replica del Segretario Generale ad un articolo calunnioso

Il 4 aprile il quotidiano online Il Desk ha pubblicato un articolo (vedi oltre) nel quale alcuni esponenti della CIGL si scagliano contro il CSA per la vicenda della migrazione di un migliaio di dipendenti del Comune di Napoli dalla CGIL stessa alla nostra O.S. Pronta è stata la replica del Segretario Generale Francesco Garofalo, che nella giornata di ieri ha fatto pervenire alla testata la seguente nota.

Ancora una volta mi vedo costretto a replicare alle nefandezze riportate dagli organi di stampa nei nostri confronti e, nello specifico, dall’articolo pubblicato dal quotidiano online Il Desk, intitolato “Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil”. Un articolo che non rispecchia assolutamente la verità dei fatti e che, nelle proterve dichiarazioni degli esponenti CGIL intervenuti, dimostra palesemente lo stato di autodistruzione di chi ha monopolizzato ed ingannato per decenni le classe lavoratrici, come una chiara ammissione di sconfitta.

Un sistema, tipico dei famosi “sindacati storici”, fondato su manovre sleali ed illegittime, mirato a distruggere il grande cammino che l’Organizzazione Sindacale che mi onoro di rappresentare sta facendo da diversi anni, a testa alta, senza mai piegarsi alla volontà di chi si sente leso citando il “pluralismo sindacale”.

Se questo pluralismo è quello del Quartier Generale, io penso che tutti i lavoratori abbiano capito che proprio in ciò stia il vero fallimento delle suddette organizzazioni, a partire da Napoli per poi dilagare su tutto il territorio nazionale.

Molti pezzi storici – compreso il sottoscritto – hanno abbandonato, ancorché a malincuore, nel tempo i sindacati confederali, abdicando anche alla propria matrice politica, per entrare in un Sindacato libero, che non facesse più da cinghia di trasmissione dei politici e dei dirigenti che si sono alternati  sia al Comune di Napoli, sia sul piano nazionale, nei governi “amici”.

Non possiamo nascondere, infatti, che molti esponenti della triplice, e soprattutto della CGIL, figurano, e non solo da oggi, nei quadri dirigenziali e politici del sistema paese, che sta portando alla demolizione del mondo del lavoro e dei lavoratori stessi, che si vedono da tempo costretti a subire vere e proprie violenze, quali il mancato rinnovo dei contratti nazionali – vicenda che si trascina ormai da 7 anni – e la privazione di quelle forme di lotta e di trattativa che un “vero sindacato” avrebbe dovuto difendere. In pratica, accettano supinamente le truffe del Jobs Act.

Oggi, io osservo con orgoglio, perché sono stato il primo a farlo, che nella nota in oggetto anche i “forti” vogliono ipocritamente appellarsi al pluralismo sindacale, che in questo Paese non si è mai concretizzato. Ma so bene che si tratta soltanto di una dichiarazione di facciata.

Riguardo ad alcuni passaggi dell’articolo, devo purtroppo far presente che:

1)        Chi scrive non conosce nemmeno la nostra esatta denominazione, definendoci Conferenza sindacati autonomi.

2)        L’esodo dei lavoratori e delle lavoratrici dalla CGIL e dei tanti quadri di altre OO.SS., tra cui la stessa CGIL, nella persona dell’ultima dirigente Francesca Pinto, che dopo aver dimostrato lealtà nei confronti di chi fino ad oggi rappresentava, nel momento in cui non si è più riconosciuta in quel sindacato ha deciso, con coraggio, di lasciarlo. Ciò è stata una libera scelta sua e dei suoi iscritti, che hanno bisogno di un sindacato libero e democratico, che si schieri al loro fianco per risolvere le problematiche che in tutti questi anni hanno attraversato il Comune di Napoli e i relativi dipendenti. Chi lo dice è uno che è stato, in passato, presidente della RSU del Comune di Napoli  e che pertanto conosce bene tutte le vicissitudini e le lotte sindacali fatte, ma ancor di più ha vissuto quotidianamente la fallimentare politica sindacale svoltasi negli ultimi anni nel Comune di Napoli. Ma oggi, chi si difende dal proprio male definisce gli altri “sindacato giallo”, finendo, così, con il proiettare su altri le proprie lacerazioni e le proprie connivenze con il potere. E lo testimonia proprio la scelta di tanti lavoratori di farsi tutelare da un’organizzazione che non ha mai avuto alcun vincolo di dipendenza politica.

3)        Diverse persone sono state citate dall’articolo in modo inopportuno, perché non hanno alcun incarico sindacale e non hanno alcuna conoscenza di quanto sta avvenendo a Napoli, e a loro esprimo tutta la mia solidarietà.

Infine, mi corre l’obbligo di informare che l’estensore dell’articolo non sa (o fa finta di non sapere) che la nostra O.S. è da oltre dieci anni che combatte per difendere le proprie prerogative, che purtroppo sono state depredate in modo vergognoso dai sindacati confederali, e nonostante ciò è cresciuta e continua a crescere in modo esponenziale. Ora, non siamo più disposti ad accettare ulteriori soprusi e, pertanto, vi informo che andremo avanti per la nostra strada, restituendo dignità ai lavoratori e a tutti quelli che si vedono più rappresentati dalla nostra organizzazione.

 

                                                                                                                                                                     Il Segretario Generale

                                                                                                                                                                       Francesco Garofalo


Da: IL DESK (quotidiano online)

Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil
4 aprile 2017

Continuano il rafforzamento della Csa e l’emorragia dal primo sindacato italiano, che diffonde una dura nota: “Contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori”
A Palazzo San Giacomo sarebbero in atto altre manovre per indebolire le organizzazioni sindacali storiche dei lavoratori e favorire la nascita di un sindacato autonomo molto legato ad una cordata di dirigenti comunali. La Csa, Conferenza sindacati autonomi avrebbero stranamente aumentato il numero di aderenti e di tessere, “conquistando curiosamente” le simpatie di qualche storico militante sindacale. Nelle ultime ore, il sindacato autonomo ha raccolto l’adesione di Francesca Pinto, dipendente comunale, ex coordinatrice dei della Cgil Funzione Pubblica. Dura la reazione del primo sindacato dei lavoratori italiani. Una nota è stata diffusa dai segretari napoletani e regionali Alfredo Garzi, Salvatore Tinto, Federica Fiocca, Rosanna Ferreri, Ileana Remini, Gaetano Placido, Antonio Santomassimo, Giosuè Di Maro “Noi, la Cgil, difenderemo in tutte le sedi il diritto dei lavoratori del Comune di Napoli a scegliere liberamente il proprio sindacato, senza subire ritorsioni – sottolineano i dirigenti della Cgil – Noi contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori – continuano i dirigenti sindacali – Abbiamo radici solide per non temere la mercificazione della libertà di scelta e siamo certi che al di là delle pressioni delle ultime ore i lavoratori del Comune di Napoli comprenderanno che la dignità ha un prezzo molto più alto del valore di una tessera”.
Chi ha avuto esperienza nel sindacato sostiene che il passaggio rapido di un migliaio di iscritti da un’organizzazione sindacale ad un’altra, in un’azienda pubblica o privata, nella stragrande maggioranza dei casi si può realizzare solo grazie ai ‘suggerimenti’ e ai ‘consigli’ di dirigenti, capi e capetti. Non è un caso se quindici alti dirigenti comunali hanno subito aderito al cosiddetto neo sindacato indipendente. Stando ai soliti bene informati, al Comune di Napoli, l’operazione “cambio casacca sindacale” sarebbe sostenuta dal capo di gabinetto e direttore generale Attilio Auricchio, eminenza grigia di Palazzo San Giacomo e dal capitano dei vigili, Gennaro Martinelli, ex tesserato dei sindacati confederali. Entrambi si sono distinti nelle ultime elezioni comunali tentando di costituire una lista di candidati per il consiglio comunale per accreditarsi, aumentare il peso contrattuale sul piano politico e sindacale. Il rafforzamento del sindacato Csa sarebbe finalizzato a ‘contrattare’ alcuni distacchi e permessi sindacali retribuiti, considerato che il Csa è firmatario di accordi contrattuali nazionali. “Il sindaco Luigi de Magistris dovrebbe intervenire immediatamente per impedire la nascita di sindacati gialli, sindacati di comodo – afferma un lavoratore comunale – Bisogna rispettare ruolo, funzioni e storia di tutte le organizzazioni sindacali confederali e di base. Rispettare il pluralismo sindacale, significa rispettare la democrazia partecipativa. L’amministrazione comunale dovrebbe mantenersi distante dalla costituzione delle rappresentanze sindacali e dal tesseramento”. L’appello cadrà nel vuoto? Intanto, circolano voci, inciuci e non si contano le promesse di promozioni, di premi di risultato, migliori inquadramenti. Voci e promesse che alimentano tensioni, divisioni, disaffezione, malcontento tra i lavoratori e le lavoratrici e minano la politica del cambiamento.
Ciro Crescentini

 




Incontro tra Unioncamere e le OO.SS. rappresentative

INCONTRO TRA UNIONCAMERE NAZIONALE E LE OO.SS. RAPPRESENTATIVE

(CSARAL – CGIL – CISL – UIL)

 

Care Colleghe e cari Colleghi,

ieri si è tenuto presso la sede di Unioncamere Nazionale, tra i Sindacati rappresentativi (CSA RAL, CGIL, CISL, UIL) e il Dr. Caporale, un incontro  di aggiornamento sui temi della riforma delle Camere di Commercio.

Con riguardo allo stato di avanzamento dei lavori, Unioncamere sta concludendo in questi giorni l’acquisizione dalle singole Camere dei dati necessari per avere un quadro completo della situazione. I dati sino ad oggi raccolti hanno consentito di effettuare una prima proiezione su possibili soprannumero, anche al fine di verificare preventivamente col Ministero della Funzione Pubblica eventuali disponibilità da parte di altre pubbliche amministrazioni ad assorbire con la mobilità eventuali “esuberi”.

Completata la raccolta dei dati Unioncamere trasmetterà al Ministero dello Sviluppo Economico, entro l’8 giugno 2017, in applicazione dell’art. 3 del decreto legislativo 219/2016:

  • una proposta di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali delle CCIAA per ricondurre il numero complessivo delle camere entro il numero di 60;
  • un piano complessivo di razionalizzazione organizzativa sulla base delle indicazioni di ciascuna Camera di Commercio a seguito riassetto degli uffici, del contingente del Personale in funzione delle competenze/funzioni e della rideterminazione delle dotazioni organiche del personale (dirigente e non dirigente). Detto piano dovrà contenere anche proposte per una razionale distribuzione del personale dipendente delle CCIAA che dovesse risultare in soprannumero.

Eventuali “esuberi” verrebbero gestiti attraverso la mobilità tra Camere di Commercio e, al riguardo, alcune  avrebbero già dato la loro disponibilità ad accogliere dipendenti di altre CCIAA.

In base ai dati sino ad oggi raccolti, Unioncamere ha elaborato un report  con la previsione delle uscite di personale camerale fino al 31/12/2019. Tuttavia, il numero complessivo delle uscite programmate potrebbe aumentare, anche in modo significativo, in seguito all’aggiornamento di dati comunicati da diverse CCIAA ed anche per effetto di eventuali ulteriori accorpamenti rispetto agli attuali esistenti, gestione di servizi in cogestione tra camere ed altri fattori.

L’analisi dei dati è stata effettuata da Unioncamere tenendo in considerazione i seguenti fattori:

  1. incidenza del costo del personale sui costi fissi degli Enti esposti sul bilancio preventivo 2017;
  2. rapporto numero dipendenti / imprese iscritte;
  3. incidenza del costo dirigenti;
  4. processi di mobilità intervenuti su base volontaria;
  5. impatto aumento del 20% del diritto annuale per progetti di sistema;

ed ha messo in evidenza i potenziali soprannumeri suddivisi per Regione, con le seguenti risultanze:

 

Regione personale dirigente personale non dirigente
Abruzzo 3 5
Basilicata 0 3
Calabria 1 15
Campania 1 4
Emilia Romagna 0 10
Friuli 0 3
Lazio 1 9
Liguria 0 16
Lombardia 0 10
Marche 0 5
Molise 1 5
Piemonte 0 9
Puglia 1 15
Sardegna 0 8
Sicilia 10 68
Toscana 2 14
Umbria 0 3
Veneto 0 4

 

Nel caso l’applicazione dell’istituto della mobilità tra Camere di Commercio non dovesse  essere sufficiente a collocare tutti i soprannumerari si procederebbe, come già fatto in precedenza per i dipendenti delle Province, attraverso il portale del Ministero della Funzione Pubblica il quale consente di incrociare i dati relativamente ai posti disponibili presso altre PP.AA. con il personale in mobilità.

Nel 2016 si registrano cessazioni dal servizio di personale camerale pari a 276 unità per motivazioni diverse (dimissioni volontarie, raggiungimento età pensionabile ordinaria, mobilità verso altri enti,  prepensionamento a seguito dichiarazioni di eccedenza,  risoluzione unilaterale del datore di lavoro, licenziamento ed altre cause).

Con riferimento alle Aziende speciali, da una prima ricognizione, potrebbero essere circa 300 i dipendenti potenzialmente interessati da procedure di accorpamento e per i quali si dovrà ragionare sull’attivazione di misure di solidarietà.

In conclusione dell’incontro, il dott. Caporale ha ribadito che il personale delle Camere di Commercio accorpate sarà interessato da una intensa attività di riqualificazione,  attraverso corsi di formazione, per facilitarne la riconversione professionale ed il ricollocamento all’interno dei rispettivi enti di appartenenza.

Entro il mese di giugno dovranno chiudersi le intese tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico per cui i prossimi incontri si terranno, presumibilmente, in date ravvicinate.

Vi terremo aggiornati.

Buon lavoro a tutti

Dipartimento Nazionale

Camere di Commercio

                                                                                                                      Lucia Grasso      Alessandro Tassi




Consiglio Nazionale: stralci dell’intervento del prof.Coco

Intervento prof. Coco – 1° parte

Intervento prof. Coco – 2° parte

Intervento prof. Coco – 3° parte




Consiglio Nazionale: le conclusioni di Francesco Garofalo

 

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 1° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 2° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 3° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 4° parte




Alcuni stralci della Relazione del Segretario Generale al Consiglio Nazionale

Relazione Segretario generale – 1° parte

Relazione Segretario generale – 2° parte

Relazione Segretario generale – 3° parte

Relazione Segretario generale – 4° parte

Relazione Segretario generale – 5° parte

Relazione Segretario generale – 6° parte

Relazione Segretario generale – 7° parte

Relazione Segretario generale – 8° parte

 




Fotogallery Consiglio Nazionale Chianciano




Il videomessaggio del Sindaco De Magistris al Consiglio Nazionale




Fiadel-CSA: il Consiglio Nazionale dà il via alla nuova era

Il Consiglio Nazionale Fiadel-Csa, conclusosi oggi a Chianciano dopo tre giorni di intenso lavoro, ha vissuto ieri la sua giornata clou con la relazione del Segretario Generale Garofalo, il saluto in video del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’intervento del responsabile dell’Ufficio Legislativo avv.Nicola Coco e col dibattito a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti sindacali ai vari livelli.

Per Francesco Garofalo è stato un plebiscito: i circa 250 consiglieri nazionali convenuti in Toscana hanno espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Segreteria Generale in questi ultimi 12 mesi, ma soprattutto hanno avallato in pieno la linea politica che egli ha intrapreso e continuerà a perseguire, sulla scia della campagna per il NO al referendum costituzionale.

Il successo del 4 dicembre è stato un autentico punto di svolta per Fiadel e Csa, che nel contrastare gli abusi e i soprusi che si sarebbero perpetrati qualora il decreto Renzi/Boschi avesse avuto il via libera, hanno avvertito la necessità di autodeterminarsi, e quindi di non dover più sottostare ai soprusi della politica e dei sindacati confederali.

“Poiché, come organizzazioni sindacali, non abbiamo la forza di cambiare le cose – ha detto Garofalo – l’unica strada è quella di dar vita ad una aggregazione politica, basata su principi di eguaglianza, democraticità, rispetto dei valori costituzionali e potenziamento delle autonomie locali, in cui si parli prevalentemente di lavoro, contratti, rappresentanza sindacale e di giovani”.

Un pensiero che è pienamente condiviso dal Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il quale, non potendo essere presente a Chianciano, ha fatto pervenire un filmato nel quale, dopo aver inviato i propri saluti all’assemblea, ha messo in risalto i principi cardine della “nuova politica” che, insieme, si tenterà di proporre. Interlocutori seri e affidabili come Fiadel e CSA, ha detto il Sindaco, sono importanti per poter dialogare in maniera costruttiva sui grandi temi che attraversano il nostro Paese e per cercare di ridare ai cittadini, ai lavoratori e lavoratrici la speranza e la fiducia nel futuro.

Il Consiglio Nazionale, però, non è stato soltanto questo. Il Segretario Generale ha fatto sì che i lavori si svolgessero in un clima familiare e di piena condivisione, valorizzando tanto le strutture territoriali quanto i singoli dipartimenti.

Nelle conclusioni, il Consiglio Nazionale ha avallato linee politiche e sindacali proiettate a una maggiore efficienza nei confronti di tutti i lavoratori e lavoratrici del Paese, e ha insistito con forza sul fatto che a partire dalle prossime elezioni RSU le nostre OO.SS. dovranno puntare a una maggiore rappresentatività. Il Consigio si è concluso con l’approvazione per acclamazione di tutta la linea politica proposta dal Segretario Generale, dichiarandosi pronto ad accogliere tutte le sfide che il futuro ci proporrà.

 




Consiglio Nazionale: considerazioni del Segretario Generale

Considerazioni del Segretario Generale  sull’attività svolta negli ultimi 12 mesi e sui nuovi programmi da attuare

In questi ultimi anni, ed in particolare negli ultimi dodici mesi, la nostra Organizzazione Sindacale ha fatto passi da gigante dal punto di vista strutturale, rilanciando i rapporti con le strutture territoriali e l’attività dei Dipartimenti – che sono stati implementati nel numero e nei componenti –; costituendo un Ufficio Legislativo che quotidianamente segue tutte le nostre problematiche, ben al di là delle questioni puramente legali; organizzando scioperi e manifestazioni di piazza, come quelli che hanno avuto per protagonisti i lavoratori e le lavoratrici della Polizia Locale e dell’Igiene Ambientale; ampliando la rete delle relazioni con altre organizzazioni sindacali autonome, per molte delle quali siamo diventati un vero e proprio punto di riferimento, e divenendo polo d’attrazione per tutti quelli che non si riconoscono più in Cigl, Cisl e Uil.

Ma, soprattutto, FIADEL e CSA sono state le uniche ad avere il coraggio di porsi in aperto contrasto con la politica e i sindacati confederali, che non hanno mai sposato le nostre rivendicazioni a difesa dei lavoratori. Non solo, hanno cercato di metterci il bastone fra le ruote, forse spaventati dalla nostra incisività nel denunciare, con puntualità e precisione, tutte le iniziative intraprese dal Governo, ed avallate dai sindacati, contro i lavoratori e le lavoratrici; in maniera sleale peraltro, perché il tutto si cela dietro il paravento di rendere la macchina dello Stato più flessibile e moderna, di incentivare le imprese e l’occupazione, persino di creare un nuovo stato sociale.

Niente di tutto questo, ma l’esatto contrario!

Avendo già esternato queste problematiche in tutti gli interventi pubblici a cui ho partecipato nel 2016 e nella prima parte dell’anno in corso, nonché nei Report semestrali pubblicati sul nostro sito internet e inviati a tutte le strutture – che vengono ora integrati dalla Informativa generale sulla situazione politico-legislativa del 1° trimestre 2017 (vedi Allegato 2) – in questa sede mi limiterò a fare una panoramica generale, per poi proiettarmi verso l’immediato futuro.

C’è una data che ha fatto da spartiacque nel nostro modo di concepire e vivere il Sindacato. E questa data è il 4 dicembre, giorno in cui la maggioranza assoluta del popolo italiano ha detto NO alla riforma costituzionale voluta dal premier Renzi, anche a costo, come poi è successo, di lasciare l’incarico in caso di sconfitta.

Su questo fronte, come voi tutti ricorderete, siamo stati i primi, come Organizzazioni Sindacali, a schierarci e ad attivare in varie sedi territoriali i comitati referendari, avendo come intento primario la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, che la riforma avrebbe messo seriamente in predicato.

Nel perdurante silenzio delle Confederazioni, abbiamo predisposto dei materiali informativi, fra cui il Guida Ragionata realizzata dal responsabile dell’Ufficio Legislativo prof.Coco, che è stata ufficialmente presentata a Napoli il 7 novembre u.s. alla presenza del Sindaco Luigi De Magistris, il quale ha sposato in pieno le nostre idee.

Ebbene, superato felicemente lo scoglio referendario, è arrivato il momento di determinare in proprio il nostro futuro, rinunciando definitivamente a cercare qualsiasi forma di sostegno nella politica stessa e nei sindacati confederali.

La “politica amica” è pura illusione; un’illusione che rischia di tramutarsi in autolesionismo, per quanto – in linea assolutamente teorica – siano proprio quelli gli ambiti in cui le istanze della base, dei cittadini e dei lavoratori, dovrebbero incontrare accoglimento e attenzione.

Pertanto, stiamo puntando sul rafforzamento della nostra visibilità attraverso la costituzione di una forma di aggregazione che ci consenta di penetrare nel modo politico e far sentire la nostra voce, che sino ad oggi è stata soffocata, e che sia orientata verso una autentica rivoluzione culturale sul piano sociale.

In sostanza, tale aggregazione costituisce la massima espressione della capacità e della forza che abbiamo sempre avuto  di mantenerci autonomi nelle idee, nel colore politico e nell’azione sindacale, e ancor di più di opporci alle subdole manovre che sono state messe in atto contro di noi col chiaro, unico obiettivo di sopprimerci.

Mi riferisco, in particolare, alla ben nota e annosa vicenda della revoca della rappresentatività del nostro Sindacato – frutto di una subdola manovra ben architettata dall’Aran, in combutta coi sindacati confederali e col supporto della Funzione Pubblica – che ha dato vita ad una estenuante battaglia legale e sindacale che ancora non si è conclusa.

Peraltro, a seguito del reperimento di documenti di estrema importanza per l’esito della annosa vertenza con l’Aran e il DFP, siamo in grado di affermare di disporre di ulteriori potenzialità per giungere ad una soluzione delle nostre problematiche, di notevole efficacia e giustizia.

Ebbene, questo significa calpestare i principi costituzionalmente definiti di democrazia e parità di trattamento, col risultato di penalizzare non solo la nostra OO.SS. in quanto tale, ma altresì di porre una pregiudiziale nei confronti di migliaia di lavoratori e lavoratrici!

La bontà e la trasparenza del nostro lavoro, comunque, hanno avuto il riscontro che meritano, come testimonia il fatto che, in questi anni, siamo riusciti ad attrarre nel nostro ambito tante altre realtà sindacali.

Adesso, è il momento di fare il salto di qualità e giocare d’anticipo, allargandola nostra visuale d’osservazione oltre le questioni meramente sindacali. Non possiamo più rimanere estranei a tutti i grandi temi che attraversano il Paese, a cominciare proprio dal deficit della politica – che non riuscire più a calarsi nelle problematiche reali del Paese, finendo così per scavare un solco netto coi cittadini – dalla disoccupazione giovanile galoppante, dallo smarrimento che i lavoratori avvertono in chiave futura, ed in particolare quelli delle pubbliche amministrazioni ed enti locali. Su di loro i riflettori sono costantemente puntati soltanto per metterne in evidenza la parte marcia e senza mai dare risalto al grande apporto che essi danno nello svolgimento dei  rapporti fra Stato e cittadini. Lavoratori che aspettano ancora concretezza nei Contratti Nazionali per un futuro lavorativo certo.

Sotto quest’ultimo aspetto, numerose sono le considerazioni che si dovrebbero fare. A partire dall’inaccettabile accordo che i sindacati confederali hanno stipulato il 28 novembre scorso col presidente del Consiglio. Non è solo una questione di soldi, ma di sistema. Noi che da 7 anni attendiamo un congruo rinnovo del CCNL del pubblico impiego, e che siamo stati costretti ad assistere  a ripetuti rinvii della trattativa coi sindacati, probabilmente sempre a causa della difficoltà di trovare la necessaria copertura finanziaria, non possiamo avallare che una questione così delicata venga risolta con una contrattazione frettolosa, dove è stata prospettata una soluzione – quella dell’aumento di 85 euro in busta paga – che ricalca  grossolanamente quella adottate per il contratto dei metalmeccanici, e che nelle modalità di applicazione desta numerose perplessità, come vedremo poi in uno dei documenti allegati in cartella.

Un’iniziativa, quella del Governo, non mirata ad offrire un reale sostegno al personale del settore pubblico, ma soltanto al tentativo di rabbonire i sindacati in vista del voto referendario del 4 dicembre.

Ora che si è tornati a dibattere sulla questione, continueremo senza sosta a confrontare la nostra posizione sui tavoli contrattuali, senza accettare alcun tipo di compromesso (ulteriori approfondimenti sulla questione Unti Locali sono riportati nell’ Allegato 4).

E’ ora di finirla con questa politica di demolizione sociale! E la nostra coscienza, che è maturata in vista del referendum costituzionale, ci ha imposto di schierarci per evitare una la catastrofe che qualcuno, in modo leggero, ci stava confezionando. Ora, quel valore aggiunto che noi abbiamo rappresentato con quelle scelte non va disperso. In concreto, dobbiamo rafforzare la nostra politica sindacale in un mondo politico che non vuole riconoscerci; dobbiamo fare del tutto per essere presenti nelle aziende, negli enti locali e pubblici per salvaguardarne il futuro e per scongiurare quanto è accaduto con le Province che, a causa della Legge Delrio, non sono state più garantite dalla Costituzione e perciò sono state deprivate delle loro funzioni di servizio sociale, sino ad arrivare alla conseguenza più estrema: la tragedia di Rigopiano.

FIADEL e CSA in futuro dovranno immaginare di diventare ancora più forti per consolidare una realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unico, vero sindacato del “mondo autonomo”, e come tale punto di riferimento per tutti coloro che si riconoscono nei nostri programmi e che vogliono la rinascita del Paese attraverso progetti e iniziative condivisi, che non possono restare inevasi.

Tutti insieme, siamo chiamati a difendere i valori della Vera Costituzione, il che significa pure ripristinare i diritti dei lavoratori e pertanto ci batteremo per far abrogare le leggi che in questi anni li hanno mortificati, ed in particolare la Legge Fornero, i Jobs Act 1 e 2 e la Legge Madia.

Inoltre, l’Ufficio Legislativo sta valutando le modalità di opposizione a quanto è già stato realizzato in merito allo smantellamento delle Province, delle Camere di Commercio e di tutto quanto entra in palese contrasto con la Costituzione.

Ora, si è aperto uno scenario nel quale la nostra Organizzazione dovrà essere al centro, per affrontare il ripristino di quanto appena accennato, e la nostra battaglia continuerà nel percorso intrapreso di difendere il lavoro pubblico e privato.

Ci impegneremo al massimo affinchè tutti i danni prodotti in questi anni da leggi scellerate vengano cancellati, e per ricondurre l’azione della politica sui binari della giusta correttezza e dell’applicazione delle norme della Costituzione.

Ai lavoratori e alle lavoratrici, invio l’esortazione ad esserci sempre più vicini, a darci fiducia e ad appoggiare le nostre campagne, il cui obiettivo è soltanto uno: dare loro certezze, tranquillità e dignità.

Infine, rivolgo anche alle forze sociali di questo Paese – ed in particolare a quelle che hanno seguito il nostro percorso verso il NO alla riforma costituzionale – l’invito ad unirsi alle nostre iniziative, per intraprendere un percorso comune.

 

L’attività dell’ufficio Legislativo

Accogliendo le richieste che da tempo pervenivano alla Segreteria Generale circa la necessità di usufruire, da parte dei dirigenti e degli iscritti alla O.S. di parei concernenti aspetti particolarmente complessi della legislazione ordinaria e contrattuale, la Segreteria Generale FIADEL-CSA ha istituito un apposito Ufficio Legislativo per adempiere a tali incombenze, che mirano anche ad uniformare sotto alcuni profili giuridici dell’azione sindacale.

All’incarico di responsabile nazionale del suddetto Ufficio è stato nominato il prof. Avv. Nicola Coco, che all’occorrenza si avvale di consulenti esterni, muniti di qualificati titoli accademici, ovvero maturati presso Pubbliche Amministrazioni.

Sino alla data odierna ha trattato circa 20 richieste Attinenti a vari settori di interesse del sindacato, ampliando, in base ai quesiti posti, il raggio di ricerca e valutazione tecnica delle proposte e dei disegni di legge presentati al Parlamento, a cominciare dal testo della riforma costituzionale Renzi/Boschi, successivamente respinta dalla consultazione popolare.

 

Il lavoro dei dipartimenti

Nel corso di questi ultimi 12 mesi abbiamo messo in calendario un intenso ciclo di riunioni dei Dipartimenti, da quelli già in essere a quelli di nuova costituzione. In particolare:

  • Quadri e Tecnici (si veda l’Allegato 7 concernente le proposte da portare in discussione nella riunione di Dipartimento convocata per il 30 aprile a Chianciano)
  • Camere di Commercio (si veda l’ Allegato 5 per le questioni inerenti l’opposizione all’art.10 della Legge Madia e l’intervento del Dipartimento Camere di Commercio Csa all’incontro indetto da Unioncamere.
  • Regioni/Province (si veda l’Allegato 8 – Verbale della riunione del 12 dicembre 2016)
  • Scuola (si veda l’Allegato 9 – Verbale della riunione del 6 dicembre 2016)
  • Sanità (si veda l’Allegato 10 – Verbale della riunione del 24 gennaio 2017)
  • Welfare e Assistenza Sociale (si veda l’Allegato 11 Verbale della riunione del 19 dicembre 2016)
  • Pari Opportunità e Politiche di Genere (si veda l’Allegato 11)
  • Polizia Locale. (si veda l’Allegato 6– parere dell’Ufficio Legislativo sul disegno di legge Naccarato).

L’intento è di far seguire ogni area di interesse della nostra organizzazione da gruppi omogenei di persone, con l’impegno di raccordarsi coi lavoratori per verificare la posizione che la nostra Organizzazione Sindacale andrà ad assumere nel momento in cui si aprirà la discussione sul rinnovo del contratto degli enti locali (ora Funzioni Locali).

Una attività che è dunque orientata verso la creazione di una piattaforma quanto più completa possibile e soprattutto vicina alle problematiche reali dei lavoratori stessi. Considerando la complessità e la delicatezza del lavoro da svolgere, esso richiede tempistiche adeguate.

Colgo però l’occasione per sollecitare i Dipartimenti a stringere i tempi, in quanto gli impegni che ci attendono sono molteplici.

Un discorso a parte va fatto per il Dipartimento Polizia Locale, dove va evidenziato l’ottimo lavoro svolto dal presidente Ospol Luigi Marucci e dai nostri dirigenti, che con tenacia stanno portando avanti da tanti anni una battaglia che nessun altro vuole sostenere, per far si che venga al più presto emanata  una nuova legge che permetta al comparto di godere della tutela e della dignità riconosciuta alle Forze di Polizia. Le manifestazioni e gli scioperi che abbiamo indetto nei mesi scorsi sono stati il passaggio fondamentale per il rilancio delle nostre rivendicazioni, le quali dovranno sfociare in tempi brevi in una proposta di legge coerente, condivisa e con concrete possibilità di giungere in porto.

Nel frattempo, considerato che il comparto rientra nelle Funzioni Locali, bisognerà lavorare in funzione dei relativi rinnovi contrattuali, e il Dipartimento dovrà attivarsi nell’immediato per sviluppare una proposta che – in attesa dell’arrivo di una legge specifica – permetta di sviluppare dei contratti a parte per la Polizia Locale.

Da ultimo, sta proseguendo l’iter parlamentare il “decreto sicurezza”, in cui viene ribadito che la Polizia Locale collabora con la Polizia di Stato, ma nulla di nuovo prevede per lo status giuridico della categoria, ma grazie a un emendamento presentato alla Camera, adesso anche i vigili possono usufruire dei benefici dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza da causa di servizio. Rimane tuttavia esclusa la pensione privilegiata, anche per invalidità al 100% e la perequazione salariale con le altre forze di polizia.

Si conclude così una lunga battaglia, intrapresa e vinta esclusivamente dal CSA, giacchè le altre sigle sindacali, a cominciare dalla triplice, si sono solo pedissequamente e tardivamente accodate a codesta iniziativa.

Per quanto riguarda il settore Igiene Ambientale, rivolgo un caldo abbraccio a Luigi Verzicco, Vittorio D’Albero e tutti i dirigenti che in questi 12 mesi si sono adoperati per il raggiungimento di due importantissimi traguardi quali i rinnovi dei contratti FISE/Assoambiente e Utilitalia (quest’ultimo, integrato dall’accordo del 13 marzo, riguardante i nuovi testi degli articoli 21-22-25 – Vedi allegato – Verbale di accordo 13 marzo 2017). E’ merito loro se la FIADEL ha acquisito tanta autorevolezza nello scenario sindacale del comparto e se migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno partecipato alle manifestazioni di piazza, ai cortei e agli scioperi indetti per dare sostegno alle proprie legittime aspettative. D’altra parte, i traguardi raggiunti non devono costituire un punto d’arrivo ma di partenza, per migliorare ulteriormente alcuni punti, a vantaggio dei lavoratori stessi e per implementare la qualità del servizio.

In cartella troverete una scheda di approfondimento (Allegato 3).

 

CONCLUSIONI

Il compito da noi assunto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti questi anni continueremo a portarlo avanti con tenacia e senza esclusione di colpi, per tutelare il lavoro e i contratti nazionali. Vogliamo altresì  portare avanti, contestualmente, un processo innovativo e costruttivo per le nuove generazioni, affinchè si ricreino per esse le condizioni per entrare nel mondo del lavoro, con dignità e con tutte le necessarie tutele. Inoltre, dovremo continuare ad adoperarci per mantenere gli Enti e le Aziende da noi rappresentati, non solo in funzione di una maggiore salvaguardia dei lavoratori ed elle lavoratrici stessi, ma anche per offrire un servizio sempre più efficiente alla cittadinanza.

Francesco Garofalo