Sciopero del 13 Maggio 2016 – Un’altra pagina di storia…

Si pubblica il documento Gli uomini e le donne delle polizie locali d’Italia hanno scritto un’altra pagina di storia – Roma 13 Maggio 2016 – Sciopero Nazionale Polizia Locale.

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Comunicato del Segretario Generale – 13 Maggio 2016

Si pubblica il documento Comunicato del Segretario Generale relativo allo Sciopero del 13 Maggio 2016 della Polizia Locale.

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Giornata Internazionale della DONNA

8

8 marzo Festa della DONNA per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo.

Il Segretario Generale CSA RAL

Francesco Garofalo




Intervista al Segretario Generale CSA

Intervista esclusiva al Segretario Generale CSA (fonte: poliziamunicipale.it, 22/01/2015)

La misura, per la polizia locale, è ormai colma. Dopo anni di umiliazioni, false promesse puntualmente disattese, attacchi mediatici e tentativi di farne un capro espiatorio, la categoria ha deciso di alzare la testa. Ed a farlo per prima, anche perchè esposta alla gogna mediatica ed additata come espressione di tutti i mali della pubblica amministrazione (dal lassismo alla corruzione), è la polizia locale di Roma Capitale, che attraverso le proprie rappresentanze sindacali ha chiamato a raccolta tutti i colleghi del Paese per una grande mobilitazione nazionale. Uno sciopero come non se ne erano mai visti, per la categoria, organizzato per spiegare alla gente i problemi di chi indossa la divisa senza le tutele tipiche della professione, di chi si spende quotidianamente tra disagi fisici e familiari per dare un servizio al cittadino, nonostante sia inquadrato contrattualmente come un impiegato comunale.
La redazione di poliziamunicipale.it, come sempre sensibile ed attenta a cogliere gli umori e le sensazioni della categoria, ha voluto andare a fondo del delicato momento storico, intervistando in esclusiva Francesco Garofalo, Segretario del CSA, che ha promosso l’iniziativa col chiaro intento di coinvolgere in maniera trasversale tutti i sindacati e le associazioni. La sua disponibilità e la sua passione ci aiutano ad avere un quadro più chiaro di ciò che possiamo attenderci dal 12 febbraio prossimo, con la speranza che la stampa nazionale, dopo l’ampio risalto dato ai fatti del 31 dicembre, abilmente montati forse allo scopo di giustificare imminenti, impopolari scelte politiche, dia altrettanta eco al disagio di tanti lavoratori e tante lavoratrici.

Segretario, finalmente la categoria alza la testa, quali sono le principali rivendicazioni della polizia locale del terzo millennio?
Innanzitutto chiarezza di ruoli ed attribuzioni, e parallelamente il riconoscimento di una serie ineludibile di garanzie, normative e strumentali. (Clicca qui per leggere il volantino con le rivendicazioni, punto per punto).

Mi risulta che questo sia uno dei primi scioperi veri e propri nella storia della polizia municipale, come mai i vigili non sono mai stati in grado di manifestare tutti insieme?
Perché volutamente le varie Organizzazioni Sindacali che si sono sempre identificate come sindacati di categoria, in realtà non hanno mai avuto il coraggio, come sta avvenendo oggi, di manifestare contro una politica che da anni mortifica questa categoria rispondendo, adesso, alle logiche delle Confederazioni in cui sono confluiti, e che da sempre assistono impassibili alla continua l’alienazione dei diritti primari della categoria.

La vostra idea di fare uno sciopero a giusta distanza dai fatti romani di capodanno è apprezzabile perchè la categoria è fiaccata dopo aver subito un vergognoso attacco mediatico, come si comporteranno ora gli altri sindacati ed in particolare i confederali?
Tutte le Organizzazioni Sindacali si sono già espresse sull’argomento. Si prenda atto che gli stessi organismi di stampa e di televisione in data odierna, alla luce delle risultanze delle verifiche effettuate, hanno dovuto ridimensionare tutto quanto precedentemente dichiarato. Resta di fatto che i lavoratori delle Polizie Municipali e Provinciali d’Italia oggi sono nel mirino dell’opinione pubblica, passando tutti per fannulloni e corrotti ed incapaci di garantire la legalità in questo paese, e questo è intollerabile.
Il mio auspicio e che un forte senso di responsabilità chiami tutte le forze sociali a condividere un azione mirata esclusivamente al riconoscimento dei diritti primari della categoria che restituiscano la giusta dignità ed immagine ad un comparto che non può essere oggetto di processi mediatici, tantomeno se, come per ogni altra categoria del mondo del lavoro, può capitare che qualcuno venga meno ai suoi doveri.
Questa azione sindacale è attivata nell’interesse dei sessantamila operatori del settore a prescindere da ogni bandiera o credo sindacale, non penso che la primogenitura del Csa nella dichiarazione dello sciopero possa essere ostativo per la condivisione di un’azione da parte tutte le lavoratrici ed i lavoratori che da anni si vedono negare i diritti delle proprie specificità nonostante il ruolo fondamentale che svolgono quotidianamente per garantire il vivere civile delle nostre collettività pagando con notevoli sacrifici personali e talvolta anche con tributi di vite umane.

A Roma il 12 febbraio sono attese almeno 3 mila divise, anche tanti agenti ed ufficiali senza la tessera Csa; quante manifestazioni avete programmato in giro per l’Italia?
Si stanno tenendo in tutti i territori assemblee, spesso spontanee, per organizzare la partecipazione alla manifestazione di Roma dove è prevista una sensibile partecipazione da tutti i comuni e le provincie d’Italia con l’affluenza di pullmans e mezzi di trasporto tradizionali.

Parliamo dell’eccessiva frammentazione della polizia locale, secondo lei come potremmo fare per rendere più omogenea e rappresentativa la categoria?
Che tutti coloro che si rivedono in questo grande obiettivo facciano massa critica per aprire un confronto sul progetto per raggiungere alla fine un risultato che sarebbe un patrimoni di tutta la categoria.

Cosa si attende dalle associazioni, ed in particolar modo dall’ANVU?
Sono certo, che per la loro storia che li ha visti sempre vicini alle rimostranze della categoria ci affiancheranno in questa grande battaglia a sostegno di obiettivi che anche loro da anni rivendicano e sostengono. (Clicca qui per le dichiarazioni del Segretario ANVU riguardanti l’adesione all’iniziativa).

Parliamo del futuro, cosa succederà secondo lei nel comparto sicurezza che tra l’altro ora è alle prese con un allarme terrorismo che metterà a dura prova i nervi di tutti?
Su questo argomento già più volte mi sono espresso dichiarando che mai come oggi questa categoria è fortemente a rischio in quanto in tutte le grandi città, e nei piccoli comuni, il lavoratore della polizia locale è baluardo della sicurezza, e per questo è più esposto e maggiormente a vista perché in divisa ed armato. Infatti basta vedere gli ultimi accadimenti di Parigi dove una delle prime vittime a cadere sotto l’attacco terroristico è stata una poliziotta municipale alla cui memoria, ed a quella degli altri caduti, la ns. intera categoria tributa ogni doveroso omaggio.
Pertanto appare chiaro che nonostante la provata professionalità di questo Corpo occorrono leggi chiare, strumenti, mezzi, e formazione, per metterlo in condizione di dare un ulteriore contributo nell’affiancare le altre forze di polizia per renderne più sicura ed efficace l’azione svolta quotidianamente.

L’auspicio, secondo lei, è quello di retrocedere a semplici controllori del traffico o di diventare a tutti gli effetti organi di polizia locale?
Non mi pare proprio che le rivendicazioni poste dal Csa mirino al ridimensionamento del Corpo tant’è vero che le mie dichiarazioni smentiscono in maniera assoluta che questa categoria vuole e deve rimanere ancora nell’incertezza legislativa più totale. Pertanto la nostra rivendicazione mira a svolgere con più chiarezza il ruolo che in tutti questi anni esercita senza alcun riconoscimento.




Saluto del Segretario Generale Ass. Piemonte 10/2014

Saluto del Segretario Generale all’Assemblea Regionale CSA del Piemonte – Torino, 23 ottobre 2014

Care Amiche, cari Amici,
il tema dell’assemblea regionale, di cui mi dolgo di non poter partecipare, è certamente accattivante ed impegnativo: Il mondo del lavoro cambia…e la pubblica amministrazione?

Tanti sono i temi meritevoli di analisi e confronto al “netto”, diciamo così, della Legge di stabilità prossima ventura: ma di questa abbiamo sinora solo notizie e proclami e, come nostra abitudine, non parliamo finché non c’è un testo ma solo varie idee, peraltro modificabili (speriamo sempre in meglio) in sede parlamentare. Il mondo del lavoro certamente sta cambiando: nei suoi principi di domanda ed offerta, di regolazione del mercato del lavoro, nella contrattazione, nelle relazioni e prerogative sindacali.
E’ singolare guardarsi indietro e vedere che proprio la pubblica amministrazione con il D.Lgs. 29/93, la prima Bassanini e il D.Lgs. 165/2001 era stata la prima a guardare avanti, a prevedere la semplificazione, a riconoscere il merito, l’importanza della contrattazione di secondo livello. Ebbene, dopo questo sprezzante, lungimirante avvio, il nulla.
Abbiamo anzi assistito ad una involuzione di quelle prospettive: mortificazione del personale, compressione della capacità contrattuale del sindacato, limitazione delle risorse decentrate, con conseguente riduzione del salario, congelato nell’ultimo lustro.
La riforma della pubblica amministrazione prevista dal ddl Madia non ci sembra poi andare nella direzione giusta: a nostro modesto avviso una legge omnibus con rinvii a regolamenti attuativi e decreti delegati farà diventare complicata una macchina già di per se stessa complessa.

La burocrazia, nata come classe di specialisti che assume la direzione amministrativa della cosa pubblica per dare luogo ad un equilibrio di forze in reciproco controllo e una tutela giuridica più corretta, si è trasformata, nel tempo, nel complesso dei difetti del sistema amministrativo, affidandone un senso assolutamente spregiativo.
Ma non è questa la Pubblica amministrazione che vogliamo.
La pubblica amministrazione deve essere formata da funzionari che, specializzati e periodicamente formati ed aggiornati, disimpegnano tutte le attività pubbliche. Una struttura in continuo divenire, dove le mansioni si differenziano, il personale viene gratificato per il lavoro svolto, tendendo ad una rilevanza sociale sempre più energica e proficua.
Questa è la pubblica amministrazione che vorremmo. E se la politica volesse condividere con noi tale disegno, non ci tireremo certamente indietro.