Riforma PA: le novità sul piano sull’arretrato e prossimi concorsi

Fonte: Sole 24 Ore

Anche nella riforma della Pubblica Amministrazione il presidente del Consiglio Mario Draghi ha voluto indicare due obiettivi, uno congiunturale e uno strutturale. Il primo è destinato a rappresentare la mossa più immediata anche sul piano della percezione, e consiste in un «piano di smaltimento dell’arretrato» prodotto dalla pandemia, da «comunicare ai cittadini». Senza contare che anche il blocco delle scadenze di permessi, concessioni e documenti è destinato a creare un’onda aggiuntiva di pratiche alla ripresa. Ma è sul secondo obiettivo che il governo si gioca una fetta importante del proprio successo.

Il silenzio sulla riforma della PA ha rappresentato infatti uno degli inciampi più importanti nelle bozze di Recovery Plan del Conte-2, su cui il ruolo di supplenza esercitato nei mesi scorsi dal ministero dell’Economia in tanti altri campi non ha avuto il tempo di manifestarsi. Draghi ha messo al centro il dossier, che si svilupperà in una triangolazione fra la Funzione pubblica affidata a Renato Brunetta e il nuovo ministero della Transizione digitale guidato da Vittorio Colao. L’intervento sulla PA serve prima di tutto a far viaggiare la macchina del Recovery Plan, con una spinta alla capacità di attuazione degli investimenti che per il governo deve basarsi su un recupero della «preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari» e uno sforzo extra per «irrobustire le amministrazioni meridionali» particolarmente svuotate dai limiti al turn over.

Ma il Recovery Plan è anche l’occasione per provare a cambiare la PA, con una nuova geografia del capitale umano che dovrà modificare anche il sistema dei concorsi per «selezionare nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido»: un passo indispensabile se si vuole realizzare l’altra gamba della riforma, che poggia l’e-government sulla «realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini». Sono dichiarazioni programmatiche, che andranno in fretta riempite di contenuti. Con un presupposto: il presidente del consiglio non ha manifestato sfiducia in una Pa a cui ha voluto riconoscere «un impegno diffuso nel lavoro a distanza e un uso intelligente delle tecnologie». Non era scontato.