Manovra, nei collegati deleghe per smart working nella PA e riforma Enti locali

Fonte: Sole 24 Ore

di MARCO ROGARI e GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore)  

La riforma del fisco viaggerà su una doppia delega: perché accanto a quella dedicata ad aliquote e basi imponibili il governo ha intenzione di presentarne un’altra riservata alle nuove regole della giustizia tributaria. Il tema fiscale domina ovviamente il panorama dei collegati alla manovra, cioè le riforme che il governo intende instradare sulla corsia preferenziale della sessione di bilancio. Ma il quadro disegnato dalla Nadef è ricchissimo, e quest’anno prevede ben 22 collegati: in un programma a tutto campo che spazia dagli ammortizzatori sociali al salario minimo, su cui continuano a piovere le critiche di Confindustria, dallo smart working nella PA e al nuovo Testo Unico degli Enti Locali. Nel lungo elenco non ha però trovato spazio la delega sulla riforma delle pensioni: che in ogni caso dovrà impegnare il governo sia per evitare lo scalone in arrivo a 2021, con il tramonto di «Quota 100» confermato nelle scorse settimane dal premier Conte, sia per rispondere alle Raccomandazioni Paese della Commissione Ue che sono parte integrante dei criteri d’esame per il Recovery Plan.

Ci vorrà comunque ancora tempo per vedere attuato il nuovo fisco. La riforma si svilupperà «nel prossimo triennio», spiega il ministro dell’Economia Gualtieri nell’introduzione alla Nadef. E prima di tutto il Governo dovrà decidere se il nuovo assetto somiglierà al modello tedesco, gradito al ministero dell’Economia, o sarà disegnato partendo dal nuovo sistema di aliquote su cui punta una parte della maggioranza. Al netto del rifinanziamento del taglio del cuneo, che scatterà con la legge di bilancio. Sulle pensioni, a parlare esplicitamente di ricorso alla delega per regolare a inizio 2022 il «dopo-Quota 100» era stata la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, in un uno dei primi round con i sindacati sulla riorganizzazione del sistema pensionistico. La scelta di non inserire il tema tra quelli investiti dall’ondata di collegati potrebbe essere dovuta ai lavori ancora in corso nella maggioranza tra le forze che, come i Cinque stelle e Leu, spingono per un intervento che garantisca a un’ampia fascia di lavoratori flessibilità in un’uscita e preveda tutele per i giovani, con costi però non trascurabili, e chi guarda invece alla sostenibilità finanziaria. La scelta non potrà però essere rinviata a lungo.

In ogni caso la lunga lista citata dalla Nadef include interventi inquadrabili nelle linee guida del Recovery plan, come il riordino della normativa ambientale e la promozione della Green economy. Tra i progetti cari al Ministero del Lavoro c’è il salario minimo e la riforma della rappresentanza sindacale. Ampio il pacchetto di collegati con ricaduta sulla vita delle imprese: dalla revisione organica degli incentivi allo statuto dei diritti dell’imprenditore e al riordino di start up e Pmi innovative. Un lungo serpentone destinato però a faticare nelle sabbie mobili parlamentari.