Ecco il nuovo che avanza: Grillo vuole abolire i sindacati!

Follia allo stato puro. In altro modo non si può descrivere la presa di posizione del leader di M5S contro i sindacati. Sulla stessa linea  dei governi  precedenti, a cominciare da quello di Berlusconi che, nel 2009, attraverso la legge Brunetta, diede una forte stretta all’attività sindacale, riducendo anche gli ambiti della contrattazione collettiva,  per proseguire con Matteo Renzi, che sin da quando era sindaco di Firenze avrebbe voluto inserire i sindacati nel suo tanto declamato processo di rottamazione, per poi colpirli costantemente, da premier, con frasi fra il dileggio e il disprezzo.

Evidentemente, né Berlusconi, né Grillo né Renzi conoscono la storia del sindacalismo in Italia, né tantomeno riescono a percepire l’assoluta centralità che il sindacato ha nella Costituzione Italiana, per la salvaguardia del lavoro, dei lavoratori e dello Stato Democratico.

Il fatto oltremodo grave è che mentre Berlusconi sta tentando faticosamente di ricompattare il centrodestra, e Renzi è impegnato perlopiù in battaglie di retroguardia, Beppe Grillo è il numero uno del partito candidato ad assumere la guida del paese. E sentir dire da un possibile, futuro premier certe cose, non solo fa male ma desta anche una forte preoccupazione.

Certo, se Grillo se la fosse presa solo con “certi” sindacati, con quel sistema di intrecci e connivenze che anche noi di Fiadel e CSA combattiamo da anni, allora saremmo stanti anche disposti ad applaudirlo.

Ma la sua altro non è che l’ennesima uscita distruttiva, che colpisce il sindacato come istituzione. E questo non possiamo accettarlo!

Queste le sue parole, riportate sul suo Blog e poi riprese da La Repubblica, nell’articolo pubblicato l’11 aprile nell’articolo avente per titolo “Il programma grillino: via i sindacati”: “Difendere il lavoratore significa anche promuovere forme nuove di democrazia e partecipazione sui luoghi di produzione, tagliando al tempo stesso i vecchi privilegi e le incrostazioni di potere del sindacato tradizionale. La presenza e l’incidenza del lavoratore nella governance della propria impresa, per il Movimento 5 stelle, va disintermediata.”

La storia ci insegna che quando il sindacato è venuto meno il suo posto è stato preso dal corporativismo, dove lavoratori e datori di lavoro dovevano essere teoricamente un tutt’uno a servizio dello Stato. Inutile dire, poi, che all’atto pratico i padroni hanno rafforzato le loro prerogative, riducendo la mano d’opera allo stato servile.

Beppe Grillo ha gettato la maschera: ecco cosa si nasconde dietro l’assenza di un programma politico! Il suo è un parlare per luoghi comuni, per frasi ad effetto, all’insegna di un donchisciottismo fine a se stesso, che vuole solo indignare senza nemmeno rendersi conto che, così parlando, finisce per distruggere ulteriormente il già vilipeso e maltrattato mondo del lavoro!

Fiadel e CSA, nel rivendicare il ruolo e il significato autentico del sindacato, porteranno avanti tutte le iniziative necessarie per difendere i lavoratori e le lavoratrici dai soprusi che questa politica sta attuando nei loro confronti.

Oggi, abbiamo ancora più forte la convinzione che in questo paese nessuno ci è amico; anzi, nel proporci come alternativa abbiamo subito attacchi violenti e vergognosi, soprattutto da parte di quei sindacati che, col loro silenzio assordante, hanno favorito la decadenza del sindacalismo.

Per questo, ci sentiamo ancora più motivati nel dare concretezza alla decisione presa dal Consiglio Nazionale di dar vita a un movimento politico che sia al nostro esclusivo servizio e che si faccia carico delle istanze che, da sempre, ci caratterizzano come Organizzazioni Sindacali Autonome.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo